Venni a conoscenza, attraverso un sacerdote del nostro ospedale, di una bambina che abitava all’interno di una foresta di Haiti la quale presentava una malformazione cranio facciale (encefalocele) per la quale era richiesto un intervento chirurgico complesso per salvarle la vita.
Con l’avvallo della Regione Lombardia ci siamo subito attivati per portare la piccola in Italia. Impiegò 3 giorni per arrivare perchè dovette attraversare la foresta, in parte a piedi in parte a dorso di cavallo poi il viaggio proseguì con aerei e trasferimenti in macchina.
Quando arrivarono ricordo ancora lo sguardo della mamma, che aveva lasciato in Haiti altri figli piccoli, uno sguardo che ho trovato solo nelle mamme, fatto di supplica ma anche di tanto coraggio. La piccola appena arrivata in reparto, stanca ed impaurita, ricordo che si mise subito a disegnare, comportamento tipico dei bambini che gestiscono le loro paure con il gioco.
Era stato tutto organizzato fin nei minimi particolari, venne operata da un’equipe fatta dal chirurgo pediatra, dal neurochirurgo e dal chirurgo facciale, andò tutto per il meglio.
Ora la piccola Louseda cresce vispa e in ottima salute, mi ha lasciato un bel disegno ed una madonnina scolpita nella pietra, ma soprattutto mi ha arricchita umanamente e ho imparato che le persone che non hanno niente sanno dare molto.
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